L’ autunno è alle porte e , come consuetudine, Studio Canegallo ospita in questo periodo una mostra fotografica. L’estate quando va via lascia un senso di vuoto: diventa tutto grigio,le giornate si accorciano, le foglie dai colori bellissimi si distaccano dagli alberi e cadono a terra. Quasi a creare un’ antitesi a tutto questo Studio Canegallo, in autunno, vuole dare maggiore vita allo studio : vuole riempirlo di luce, di forme, di colori, per non far caso alla pioggia e all’ingrigirsi del cielo.

La mostra fotografica ospite in questo periodo all’ interno dello studio è dedicata alle donne curde, alle donne che hanno deciso di combattere per la libertà e l’ uguaglianza di genere.

Fotoreporter autrice di questi scatti  Maria Novella De Luca alla quale vanno i nostri ringraziamenti.

“In un momento in cui l’attivismo del popolo curdo è diventato centrale nel dibattito internazionale, soprattutto in relazione alla lotta contro lo Stato islamico in Iraq e in Siria e al coinvolgimento in essa delle donne, questa mostra fotografica vuole essere un piccolo omaggio al coraggio femminile, vuole ricordare l’importanza dell’operato femminile all’interno del movimento curdo e l’importanza che ha avuto da sempre sulla realtà curda.
ll processo è stato molto lungo e la strada da fare per giungere ad una reale parità anche all’interno dei gruppi militanti non è ancora finita, ma molti passaggi sono stati fatti. La costruzione di gruppi politici e militari esclusivamente femminili, l’istituzione di case delle donne e centri di sostegno contro la violenza di genere,la formazione per donne e uomini in merito al rifiuto del patriarcato e l’eliminazione della violenza maschilista nelle relazioni sono solo alcuni di questi passaggi.
Le foto qui presentate sono state scattate nel Curdistan turco nella città di Suruç, ultima enclave urbana prima della frontiera, nei minuscoli villaggi di terra e mattoni di Misanter e Mesher e nel Curdistan siriano nella città di Kobane a pochi mesi dalla liberazione dall’Isis avvenuta nel mese di Gennaio 2015.
Ho fatto due viaggi in Curdistan in periodi diversi e per ragioni differenti ma da allora mi sento molto legata a quella terra dalla quale ho appreso molto, soprattutto osservando le donne. Da donna ho voluto rendere loro omaggio e,in qualche modo, supportarle utilizzando il mio mezzo, la fotografia .. ho voluto sottolineare la loro forza e dimostrare “visivamente” che con l’ardore della speranza si può arrivare lontano.
La lotta delle donne curde non è solo militare, il loro coraggio e la loro determinazione non si esprimono solo imbracciando le armi, ma è il prodotto di una lunga tradizione di partecipazione, di riconoscimento della donna e dell’idea che la loro liberazione rappresenti la liberazione della società.”

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